il piccolo pirata

Sapete dov'è il mar dei Sargassi? Io no.

Non importa, almeno per adesso. Alla fine di questo racconto andremo tutti a cercare sul mappamondo e lo troveremo. Per adesso è importante sapere che quello è un mare tanto tanto lontano, dove tanti tanti anni fa, abitavano tanti tanti pirati. Pensate che in quel mare lontano c'erano più pirati che pesci, c'erano più pirati che alghe, c'erano più pirati che navi, infatti qualcuno rimaneva a piedi e faceva il pirata senza nave: disoccupato. Qualcuno provò a fare il pirata- nuotatore, ma nel mar dei Sargassi c'erano sì pochi pesci, ma quei pochi erano piranha e visto che il cibo preferito dei piranha era proprio il pirata-nuotatore, i pirati disoccupati decisero di aspettare una nave che li facesse salire: meglio essere disoccupati che cibo per piranha. Gente furba i pirati.

Come faccio a sapere queste cose?

Semplice, perchè me le ha raccontate il mio amico Mario, che, udite udite, ha conosciuto un pirata vero vero, con la benda sull'occhio vera vera ma la spada finta finta.

Eh sì, quella era proprio finta.

Le spade vere fanno male e ci si può tagliare, non si possono portare in una scuola elementare. Sì, perchè il pirata conosciuto da Mario era un bambino e andava in prima elementare. Pensate che cosa grulla: un pirata del mar dei Sargassi in una scuola elementare italiana! Ma ecco la storia.

 

Il mio amico Mario come ogni mattina andò a prendere il suo bambino a scuola , attese l'uscita delle classi dei grandi, quelle dei meno grandi ed ecco i piccoli, ma del suo bambino nessuna traccia. Chiese alle maestre e gli dissero che suo figlio si era attardato a cercare il giubbotto.

Allora Mario chiese il permesso di andare in classe a vedere cosa stesse facendo. Salì le scale e svoltò a destra nel corridoio delle prime, ma il pirata era in agguato...era lì vicino ma non lo vide, piuttosto lo sentì, prima un urlo "All'arrembaggio!" e poi un sasso e un altro urlo,ma di Mario: "Ahiaaa! Ma sei matto? Non si tirano i sassi!"

"Io tiro i sassi perchè sono il grande Massi, il pirata del mar dei Sargassi!"

"Non dire sciocchezze - gli disse Mario arrabbiato- qui i pirati non esistono e i sassi fanno male"

Il piccolo pirata si avvicinò e con aria allegra, ma di sfida, disse: "Oh babbeo del Mar dell'Egeo chiedo scusa se son reo d'aver violato il galateo"

"Smettila di fare le rime! Non ti capisco!" Urlò arrabbiato Mario, allora Massi si fece serio e lo guardò fisso negli occhi.

"Nessuno mi capisce, che sfortuna nascere pirata in un mondo dove i pirati non esistono..."

Mario si calmò, un brivido gli gelò la schiena, forse perchè non aveva mai guardato un pirata così bene negli occhi. Poi cercò le parole da dire e le trovò in testa: "Che bello però essere un pirata, ora che ti guardo si vede che sei proprio un pirata...anche i tuoi genitori sono pirati?"

"Macchè, magari. Mio papà lavora in banca. Mia mamma fa la maestra"

"Ah...anch'io lavoro in banca...forse però, se sei nato qui, non puoi essere un pirata...pensaci Massi, non è possibile. Puoi giocare a fare il pirata, ma non puoi essere un pirata vero vero"

Gli occhi del pirata si infiammarono, come un barile di Rhum nel camino: "Questo lo dici tu!Certo che posso! Io odio questa città, odio questo posto, odio la scuola...io amo il mare, amo le navi e amo la libertà!"

"Anch'io amo queste cose, ma non sono un pirata e poi queste cose sono lontane, non so bene dove, guarderò sul mappamondo...ma di sicuro il mar dei Sargassi è lontano, tanto lontano"

Il piccolo pirata alzò minacciosamente la spada." Ti sbagli...è vicino vicino, io ci vado tutti i giorni con la mia nave, parto la mattina subito dopo essere entrato in classe, io scappo quando e come voglio, capito!"

Quella risposta colpì Mario più della spada, tutti i giorni andava via con la sua nave e nessuno se ne accorgeva. Com'era possibile? "Ma come fai? Le maestre a scuola non se ne accorgono?"

"Certo che se ne accorgono, ma tanto cosa me ne frega...io non le sento, non le ascolto. Telefonano ai miei genitori e gli dicono che sono strano e che non ascolto. Ci pensano i genitori ad ascoltare, non sono problemi da pirati!"

"Scusami Massi, ma i tuoi genitori lo sanno che sei un pirata?"

"No, è un segreto"

"Perchè l'hai detto a me allora e non l'hai detto ai tuoi genitori?"

"Perchè mi hai ascoltato, non sei un pirata come me, che non ascolta...e poi perchè i miei genitori quando gli racconto questa storia o s'infuriano e urlano, urlano come i tuoni...oppure piangono e piangono e mi abbracciano e mi bagnano come la pioggia.Tuoni e pioggia..."

"Proprio come nel mar dei Sargassi..."

"Certo! Allora ci sei stato anche tu?"

"Sì, da piccolo...ora capisco, ci sono stato anch'io. Ma non ero un pirata che resisteva ai tuoni e alla pioggia, non resistevo agli urli e alle lacrime...non avevo la forza per combattere"

"Io sì, io posso combattere, sono forte!"

"Anche i pirati forti qualche volta si riposano lo sai?

"Chi te l'ha detto?"

"Un mio amico vecchio vecchio che ha conosciuto un pirata vero vero come te....fidati, ho ascoltato quello che hai detto e ho capito......ogni tanto non sei stanco anche tu? Oh grande Massi pirata del mar dei Sargassi!?"

"Sì, ma solo ogni tanto..."

Una goccia di mare scese da un occhio del bambino. Allora Mario gli fece una carezza, ma non pianse,

lo abbracciò e lo guardò negli occhi, come mai aveva fatto prima e dietro le onde di quel mare lontano lontano

vide dopo tanto tanto tempo suo figlio Massimo. Attese un po' in silenzio, cercò di trovare delle parole da dire, ma le parole trovarono lui e uscirono prima dal cuore, poi dalla bocca: "Bentornato piccolo mio, domani prendiamo la nave insieme e andiamo nel Mar dei Sargassi!Va bene!?"

"Va bene, domani però. Adesso sono stanco" e dormì.

Un sonno profondo e pesante,

come i sassi,

del mar dei Sargassi.

 

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