Non conosceva più nessuno, ma da un tempo così lungo da sembrare poco. Pochissimo.
Il tempo di una debolezza codarda. Il tempo dell'ennesimo bivio sbagliato. Il tempo dell'ennesimo sbaglio incompleto. Il tempo di uno dei tanti pensieri senza speranza.
Era passato del tempo e Giovanni non conosceva più nessuno.
Conosceva delle persone, ma non esistevano.
Non respiravano e non gemevano se qualcuno gli pestava un piede, esistevano solo nei suoi occhi.
Non penetravano nemmeno più a fondo, ormai. Ormai no.
Più giù degli occhi, da qualche parte, esistevano giorni, scadenze, appuntamenti, incontri,suoni, odori. Ma nulla di tutto questo era catalogabile. Nulla assomigliava più a qualcos'altro, nulla era più una possibile categoria. Anche le persone erano troppo difficili, troppo complicate, troppo poco già viste.Troppo poco conosciute.
Non conosceva più nessuno e nessuno riconosceva più lui.
Giovanni amava stare al buio, mentre tutto intorno splendeva: non aveva il coraggio di sacrificare la sua vita per essere se stesso.
Non più, ormai no.
Una vita triste? Una vita.
Una.
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